La finanza sostenibile e responsabile (Sri), o per dirla in gergo quella che utilizza criteri Esg (sociali, ambientali e di governance) nella valutazione e selezione degli investimenti, non è solo una cosa buona e giusta ma è anche conveniente. A ribadirlo è una corposa ricerca presentata a Roma, a un pubblico di investitori professionali e Hnwi (highnet worth individuals, persone facoltose che dispongono di ingenti risorse da investire), da Banor Sim, società d’ intermediazione mobiliare indipendente fra le maggiori in Italia e particolarmente impegnata sul fronte della sostenibilità, tanto d’ aver sviluppato un modello proprietario per la valutazione del profilo di sostenibilità sociale e ambientale delle attività oggetto d’ investimento. La ricerca è stata condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e ha il pregio di essere stata realizzata con la stessa metodologia adottata dalla Harvard Business School per uno studio analogo sul mercato statunitense. I risultati, che Avvenire è in grado di anticipare, verranno discussi nell’ incontro (dal titolo «Come preservare il capitale in modo sostenibile, nel tempo. Integrazione dei criteri Esg nelle strategie di Value investing») da un panel che comprende George Serafeim, della Harvard Business School, Giancarlo Giudici, del Politecnico di Milano, Livio Gualerzi, responsabile per la Gestione delle Risorse finanziarie e dei Progetti speciali Cei, e l’ Ad di Banor Sim, Massimiliano Ca- gliero (vedere intervista in pagina, ndr ). Il dato essenziale dello studio, che ha preso in considerazione un periodo di sei anni, dal 2012 al 2017, analizzando l’ andamento dei titoli dell’ indice di Borsa Stoxx Europe 600, è che le società con le migliori pratiche di sostenibilità sul fronte ambientale, sociale e della governance, sono premiate dal mercato. Altrimenti detto, sono quelle che hanno dimostrato di saper offrire le migliori performance anche economiche, ad esempio in termini di crescita dei ricavi e dei margini operativi. E che quindi sono state scelte con preferenza dagli investitori, che sempre più utilizzano criteri di sostenibilità per indirizzare le loro scelte d’ investimento (si stima che nel mondo siano gestiti con criteri Esg circa 23mila miliardi di dollari di asset). Dall’ analisi è emerso anche che le strategie d’ investimento che utilizzano criteri Esg in combinazione con le considerazioni economico-finanziarie classiche, sono le migliori dal punto di vista della costruzione di portafogli efficienti in termini di rapporto tra rischio e rendimento dell’ investimento. Da notare anche come nel paniere dei titoli considerati nello studio non siano stati inclusi quelli di settori considerati controversi, come ad esempio i produttori di armi. Un dato non marginale, se si pensa ad esempio che secondo le rilevazioni appena diffuse dal Sipri (Istituto Internazionale di Stoccolma per le Ricerche sulla Pace), anche nel 2017 le spese militari nel mondo sono aumentate. Con gli Usa primi con distacco, l’ Italia dodicesima.
Andrea di Turi Avvenire, 3 maggio 2018 |