Finalmente il nostro Paese a quasi tre mesi dalle elezioni politiche ha un Governo. Senz’altro un grosso merito è del Presidente della Repubblica che con pazienza ma contemporaneamente con fermezza ha saputo far dialogare i due vincitori. A Lui il nostro encomio e il nostro plauso.
Questo Governo, formato dalla Lega Nord e dal Movimento 5 Stelle, a molti non è gradito, e già è stato investito da sterili polemiche, scordando che queste due entità rappresentano 16.418.559 cittadini, cioè il 50,05 dei votanti. E in democrazia, “l’unico regime politico degno dell’uomo” come affermava il filosofo J. Maritain, chi ottiene maggiori voti vince e ha il dovere di governare.
Per questo ritengo saggio che si offra ai nuovi politici la possibilità di guidare la nostra Nazione, lasciandogli un adeguato tempo per concretizzare il “contratto” tra loro stipulato e presentato al Paese, convinto che “le vicende umane e storiche e la complessità dei problemi non permettono di risolvere tutto e subito. La bacchetta magica non funziona in politica. Un sano realismo sa che anche la migliore classe dirigente non può risolvere in un baleno tutte le questioni” (Papa Francesco, 1 ottobre 2017).
Solo nei prossimi mesi avremo gli elementi per giudicarli obiettivamente in base ai risultati raggiunti, non accettando nessuna scusante nè interna né esterna, se degli obiettivi non saranno raggiunti, poiché facendo determinate promesse elettorali ben conoscevano la situazione economica italiana, e anche i vincoli che abbiamo con l’Europa, essendo l’Italia il secondo Pese per indebitamento dell’Unione Europea.
Quindi, ai “nuovi governati”, il nostro augurio e l’invito a “considerare la nobiltà dell’agire politico in nome e a favore del popolo che si riconosce in una storia e in valori condivisi e chiede tranquillità di vita e sviluppo ordinato” (Papa Francesco, 1 ottobre 2017) con la finalità di “ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società” (Card. Bassetti).
A noi l’impegno a seguire “criticamente” l’evolversi dei vari progetti, non solo osservando e criticando dal balcone ma proponendo rilievi costruttivi quando costatiamo equivoci o contraddizioni. E, tra un po’ di tempo, il nostro giudizio positivo o negativo non sarà di parte ma un contributo per il bene comune.
Don Gian Maria Comolli