I dati segnalati dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Emcdda) sono impressionanti. Le sostanze stupefacenti, di vecchia e nuova “generazione”, invadono piazze, scuole e carceri. Decine di milioni di consumatori, elevato numero di vittime e tossicodipendenti di ogni età. Il coinvolgimento della malavita organizzata chiama in causa la politica e le autorità di contrasto. E richiede misure di prevenzione con una soglia di allerta sociale più elevata.
Novemila morti l’anno per overdose. Ai quali bisogna aggiungere la lunghissima lista dei decessi correlati al – purtroppo – fiorente mercato degli stupefacenti, che ingrassa la malavita organizzata, miete vittime di ogni età, riempie le corsie degli ospedali, invade le scuole, si diffonde nelle carceri, distrugge intere famiglie. Con costi sociali in crescita esponenziale. La droga fa strage di ragazzini, di giovani e di adulti ben più del terrorismo: ma se per quest’ultimo l’allarme rimane elevato, l’atteggiamento diffuso verso le droghe, di ogni tipo, appare ben più “distratto” se non addirittura conciliante. La “Relazione europea sulla droga 2018: tendenze e sviluppi”, pubblicata oggi dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Emcdda), richiama a una dura realtà.
L’eroina uccide ancora. Il rapporto (http://www.emcdda.europa.eu; dati Ue e divisi per Paese) diffuso a Bruxelles e in contemporanea a Lisbona, dove ha sede l’agenzia comunitaria, segnala in primo luogo la “crescente disponibilità di cocaina” sulle piazze europee. Dalle pagine del rapporto emerge che 2,3 milioni di giovani adulti (15-34 anni) hanno fatto uso ci cocaina nell’ultimo anno. Ma i dati, si spiega a voce, sono certamente per difetto. Anche il numero di sequestri di cocaina è aumentato: nel 2016 ne sono stati segnalati nell’Ue circa 98mila (90mila nel 2015) per un totale di 70,9 tonnellate. Lo studio dedica specifici capitoli a cannabis (“la disponibilità e l’uso rimangono elevati”), sostanze psicoattive, problema-droga nelle carceri (anche in relazione all’Aids), mercato on line. Il rapporto mette in luce “la preoccupazione per l’elevato numero di decessi per overdose in Europa, dato in aumento negli ultimi quattro anni”. Nel 2016 – ultimi dati completi disponibili su scala europea – “si stima che si siano verificati in Europa oltre 9mila decessi per overdose, dovuti principalmente all’eroina e ad altri oppiacei”.
Nuove leggi. “Oggi in Europa assistiamo a un aumento della produzione e della disponibilità di droghe. Inoltre, il mercato delle sostanze illecite è altamente dinamico e adattabile, caratteristiche che lo rendono ancora più pericoloso. Se vogliamo essere all’avanguardia, dobbiamo essere più reattivi”, ha commentato Dimitris Avramopoulos, commissario Ue responsabile per gli affari interni. “Con l’entrata in vigore delle norme sulle nuove sostanze psicoattive entro la fine dell’anno, l’Europa disporrà di strumenti supplementari e più forti per affrontare tali sfide”.
Milioni di consumatori. Il fiorente commercio delle droghe, che giungono in Europa principalmente da Americhe e Asia, “si inserisce nel contesto di un mercato dinamico, in grado di adattarsi rapidamente e di rispondere alle misure di controllo antidroga”, afferma il rapporto. L’Osservatorio di Lisbona esamina poi le “sfide associate alle nuove sostanze psicoattive, tra cui la disponibilità di oppiacei sintetici di ultima generazione (in particolare derivati del fentanil) e “i problemi correlati all’uso di cannabinoidi sintetici nei gruppi specifici (compresa la popolazione carceraria)”. La relazione rileva che, in generale, “la disponibilità di droghe è elevata e, in alcuni settori, appare in aumento”. “Oltre 92 milioni di adulti nell’Ue28 (15-64 anni) hanno provato una droga illecita nel corso della loro vita”. Inoltre, si stima che “1,3 milioni di persone siano state sottoposte a trattamento in seguito al consumo di sostanze illecite”.
Interventi di prevenzione. Alexis Goosdeel, direttore Emcdda, spiega: “I risultati della relazione indicano che l’Europa è interessata dalle conseguenze dell’aumento della produzione di cocaina in America latina”. Per questa ragione “dobbiamo affrontare le implicazioni sanitarie legate al consumo di cocaina, poiché cominciamo ad assistere ad alcuni sviluppi preoccupanti in questo settore, tra cui un maggior numero di persone che si sottopongono per la prima volta a trattamento a causa di problemi legati” a tale sostanza. “Questi cambiamenti sottolineano la crescente importanza di efficaci interventi di prevenzione, trattamento e riduzione dei danni per i consumatori di cocaina”. Ma non mancano le novità, purtroppo negative: se l’Europa è un “grande importatore” di droga, la relazione evidenzia anche “il ruolo dell’Europa come regione produttrice”. La produzione si avvicina quindi ai mercati di consumo “per una serie di ragioni, tra cui la convenienza, la riduzione del rischio di individuazione alle frontiere e, a seconda della droga, la disponibilità o il costo delle sostanze chimiche essenziali necessarie nel processo di produzione”. Cresce in particolare la produzione di ecstasy e metamfetamine.
Il ruolo della politica. La presidente del consiglio di amministrazione dell’Emcdda, Laura d’Arrigo, fornisce un commento che va a toccare le implicazioni politiche del problema-droga: “Le minacce che le droghe rappresentano per la salute e la sicurezza pubblica in Europa continuano a richiedere una risposta unitaria”. Il piano d’azione dell’Ue “in materia di lotta contro la droga, adottato nel 2017, fornisce il quadro per la cooperazione europea. Con l’evolversi dei problemi legati alle droghe e l’emergere di nuove tendenze è fondamentale che il nostro sistema di monitoraggio tenga il passo”. A suo avviso la relazione europea, “insieme a 30 relazioni nazionali, fornisce l’analisi più recente per aiutare i responsabili politici a farsi un’idea chiara del fenomeno e ad adeguare la risposta politica per prevenire e affrontare le sfide emergenti”.
Gianni Borsa
SIR, 7 giugno 2018