La candidatura di un pedofilo e l’imbarazzo progressista

By 26 Giugno 2018Attualità

Nathan Larson, candidato al Congresso americano, combatte per la legalizzazione della pedoflilia. Ma perché non teme di esporsi fino a questo punto? Solo perché è un malato di mente? Di fatto l’impunità dell’uomo e il silenzio imbarazzato dei predicatori della libertà senza vincoli ha molto da dire. Ecco perché se non si colpisce l’origine del male si farà presto ad abituarsi anche a questo.

“Il sesso deve essere libero”; “basta che sia amore”; “il corpo è mio e lo gestisco io”. Decidete se siete favorevoli o contrari a questi slogan e a questa concezione della libertà, poi però prendetevene tutta la responsabilità. Questo si dovrebbe dire a ogni persona che la pensa come Nathan Larson, residente in Virginia e candidato al congresso americano che si definisce libertario, quindi più che progressista e quindi convinto che lo Stato non dovrebbe minimamente interferire sulle scelte private dei cittadini, perché appunto ciascuno deve essere libero di fare ciò che vuole.
Così, pur essendo un pedofilo dichiarato (è stato anche in carcere per aver minacciato di morte prima Bush e poi Obama), Larson sta portando avanti la sua campagna elettorale in mezzo a silenzi o media di sinistra che più che sottolineare questo aspetto, lo accusano di essere un bianco, razzista di destra e misogino. È vero, secondo questo 37enne americano le donne dovrebbero essere sottomesse (nel senso violento del termine) all’uomo e l’uomo bianco dovrebbe avere la supremazia. Ma che il Washington Post, per esempio, si soffermi su questi dettagli senza gridare contro la principale battaglia politica di quest’uomo è una vergogna che la dice lunga sul consenso tacito che si va formando attorno alla pedofilia.
Il quotidiano progressista mette fra un elenco di idee assurde la pedofilia, ma ponendo tutto sullo stesso piano e senza nemmeno fare accenno alle dichiarazioni scandalose rilasciate dall’uomo circa la volontà di legalizzare l’incesto e circa il desiderio di abusare di sua figlia di appena tre anni. Non solo, perché la bambina fu sottratta alla potestà paterna successivamente alla battaglia legale dei suoi ex suoceri. Fortunatamente la bimba era nata dopo la separazione di Larson dalla moglie che, ripetutamente violentata, come ha confermato lui stesso, si era poi suicidata. L’uomo le aveva confessato di essere attratto sia dagli adulti sia dai bambini.
Infine rispondendo all’Huffington Post, Larson ha spiegato di aver aperto due siti per pedofili (suiped.org e incelocalypse.today, ora oscurati). Ma la cosa impressionante è che diverse radio, programmi e giornali gli hanno dato spazio, magari sottolineando il proprio disaccordo con la pedofilia ma comunque lasciando che esponesse le proprie idee sulla libertà e sul fatto che le vittime della pedofilia godono degli abusi e si dispiacciono solo poi per colpa della società. Emblematico che lui stesso sia stato una vittima e che i suoi genitori, con cui vive, lo lascino libero di organizzare da casa la sua campagna elettorale.
Ma come mai Larson non teme di esporsi fino a questo punto? Solo perché è un malato di mente? Non solo il fatto che nessuno lo abbia arrestato, ma anche le sue parole all’Huffington Post hanno da far pensare in merito: «La gente preferisce quando un estraneo che non ha nulla da perdere è disposto a dire quello che molti pensano». Di fatto, anche se la sua candidatura verrà ufficializzata solo il 12 giugno, l’uomo ha già raccolto le mille firme necessarie per partecipare alle elezioni. Ma oltre a questo c’è molto di più.
C’è un potere che non agisce come dovrebbe, mentre è pronto a scatenare una tempesta mediatica se solo qualcuno osa dire che “love is not love” e che “le famiglie Lgbt” non esistono.
Perciò, pur espulso dal partito libertario, l’uomo correrà come indipendente. Che nessuno si sia opposto, quando per le sue affermazioni dovrebbe essere arrestato per istigazione a delinquere, è emblematico di una società imbarazzata da se stessa, che dopo aver predicato la libertà senza vincoli (di sposarsi con cani e gatti, con persone dello stesso sesso o più persone etc.) fatica a trovare argomentazioni teoriche per impedire una candidatura simile.
L’unico argine rimasto è che la libertà si ferma davanti a quella dell’altro e che il sesso deve essere consenziente. Ma è un argine debolissimo. Basta guardare al proliferare di immagini sessualizzate dei bambini, di piccole che sfilano in maniera provocante o ai corsi per la sessualizzazione precoce, che pretendono che il bambino possa scegliere con responsabilità cosa fare o essere, per capire che basta poco a confonderlo e plagiarlo, come spiegò don Fortunato di Noto alla Nuova BQ.
Dunque c’è solo un modo per poter veramente combattere la mentalità di Larson ed è negare gli assunti citati all’inizio dell’articolo. Perché o la libertà, così come la sessualità, hanno un fine e uno scopo a cui devono essere ordinati, con i limiti posti dalla legge naturale, oppure l’attacco alla pedofilia (a meno che serva a colpire la Chiesa Cattolica) rimarrà debole e contribuirà a lasciare che la società si abitui anche a queste idee. Oggi è ancora uno scandalo parlare di pedofilia, come lo era parlare dei rapporti fra persone dello stesso sesso anni fa. Ma domani?

Benedetta Frigerio
La Nuova Bussola, 8 Giugno 2018