L’Istat ha pubblicato nei giorni scorsi un report riguardante il “Bilancio Demografico Italiano 2017”. E i dati sono drammatici poiché prosegue il trend di flessione delle nascite in atto dal 2008. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, i nati sono meno di mezzo milione; 458.151 nel 2017 (15 mila in meno rispetto al 2016) e anche le nascite straniere sono abbondantemente in calo. Un’ecatombe che appare inarrestabile, poiché i dati dei primi mesi del 2018 fanno supporre che anche al termine di quest’anno andremo sotto la soglia dell’anno precedente.
I numeri, impressionano maggiormente, essendo queste cifre le più basse dall’unità d’Italia, e accanto a queste cifre dobbiamo porre quelle dei morti circa 640mila nel 2017. Dunque, la popolazione italiana, diminuisce anno dopo anno; sono lontanissimi i tempi del boom dove nascevano tanti bambini (ad esempio nel 1964 ne nacquero il doppio rispetto a oggi) e nella popolazione erano presenti l’ottimismo e la volontà di costruire il futuro.
Quindi, mentre il secolo XX fu caratterizzato dal “baby boom” nonostante la recessione economica degli anni ’30 e la Seconda Guerra Mondiale, il XXI sarà distinto dell’invecchiamento della popolazione con tutti i problemi sociali, economici e sanitari che comporta.
Siamo convinti che una Nazione che non mobilita le energie per infondere fiducia nei cittadini a investire a favore della ricchezza maggiore, vale a dire Ia vita, è destinata a un lento ma inesorabile declino. A questo proposito osservava papa Benedetto XVI: “C’è una strana mancanza di voglia di futuro. I figli, che sono il futuro, vengono visti come una minaccia per il presente. Ci portano via qualcosa della nostra vita, così si pensa. Non vengono sentiti come speranza, bensì come limitazione. Il confronto con I’Impero Romano al tramonto s’impone: esso funzionava ancora come grande cornice storica, ma in pratica viveva già di quei modelli che dovevano dissolverlo, aveva esaurito la sua energia vitale” (Senza Radici, pg. 60). Anche l’economista e sociologo francese A. Sauvy (1898-1990) notò che la disfatta dell’Impero Romano fu dovuta prevalentemente alla riduzione della sua popolazione che in due secoli diminuì del 50%.
I governi degli ultimi decenni non hanno fatto nulla per sostenere le famiglie e le nascite anzi le hanno penalizzate in vari modi; questo esecutivo è l’ultima chance per evitare l’irreparabile.
Il Ministro per la Famiglia Fontana ha dichiarato: “Faremo tutto il possibile per sostenere le famiglie in particolare nella natalità. Mi batterò per avere tutte le risorse necessarie, spero ci sia la sensibilità per fare finalmente qualcosa di buono. Altrimenti il Paese è destinato a un declino inesorabile” (Intervista ad Avvenire 2 giugno 2018).
Ministro, tifiamo per lei, faccia il possibile e l’impossibile per non ridurre l’Italia a una nazione di zombie in dissoluzione!
Don Gian Maria Comolli