Uno dei modi della santità è questo: poter fare la differenza nella crisi, essere la persona che “salva la situazione”, essere lì quando gli altri ne hanno bisogno, essere un esempio di qualche virtù in grado eroico. Ci sono molti, moltissimi eroi, moltissime persone che messe alla prova, per una grazia del tutto speciale di Dio, hanno agito “come Dio comanda”. Ecco qualche esempio.
1.La virtù del perdono: Immaculée Ilibagiza
Immaculé era la figlia di una coppia di maestri nel Ruanda del 1994. La sua vita scorreva tranquilla tra famiglia e studi universitari quando si è scatenato l’orrore: il Presidente è morto in un incidente aereo, e la tribù degli Hutu ha deciso di attaccare quella dei Tutsi accusandola dell’accaduto. Nel periodo successivo sono morti 1.300.000 persone, tra cui tutta la famiglia di Immaculée, che per salvarsi è rimasta 91 giorni nascosta in uno spazio stretto e oscuro. In quei tre mesi Immaculée recitava tutti i giorni il Rosario, ma quando arrivava a dover dire “come noi li rimettiamo ai nostri debitori” non riusciva a pregare. Ha chiesto a Dio la forza per perdonare chi stava uccidendo la sua tribù e voleva uccidere anche lei, e Dio gliel’ha concessa. Tempo dopo essere uscita dal suo nascondiglio ha incontrato uno degli assassini dei suoi familiari e lo ha perdonato.
2.Ignacio Echevarría: difendere la vita
Ignacio era un impiegato bancario originario della Spagna che lavorava a Londra. Un giorno, mentre tornava a casa, ha visto alcuni malviventi pugnalare una donna vicino al Borough Market. Senza esitare neanche un secondo, è corso in difesa della donna con l’unica arma che aveva a portata di mano: il suo monopattino. Ha attaccato i terroristi colpendoli alla testa, ma non si è reso conto che da dietro ne arrivavano degli altri, che lo hanno assalito. La donna e molte altre persone sono riuscite a fuggire e ad avvisare le autorità. Ignacio è morto nell’attacco, ma grazie ai due minuti in cui ha lottato con i terroristi la Polizia è riuscita a intervenire salvando moltissima gente.
3.Anas Al Basha: l’allegria in mezzo alle bombe
Anas era un ragazzo che lavorava per una fondazione che voleva alleviare la situazione dei bambini ricoverati ad Aleppo, in Siria. A 24 anni ha deciso di restare in città nonostante la recrudescenza degli attacchi dell’ISIS per portare gioia ai bambini. Tutta la sua famiglia era andata via da Aleppo e lui percorreva le strade deserte rischiando la vita per arrivare all’ospedale, travestirsi da clown e offrire un momento di gioia ai piccoli ricoverati. È morto durante un bombardamento il 1° dicembre 2016.
4.Soledad Cullen: dare la vita per gli altri
Soledad era madre di tre bambini ed era in visita a casa della sorella per festeggiare il primo compleanno della madre dopo essere rimasta vedova. La casa ha iniziato ad andare a fuoco mentre dormivano. L’incendio ha distrutto completamente l’abitazione. Ricostruendo i fatti, si è saputo che Soledad era nella zona ancora sicura della casa, accanto ai figli, che ha esortato a saltare dalla finestra. Lei, però, non è saltata giù. Il suo figlioccio di sei anni era rimasto intrappolato tra le fiamme e non riusciva a uscire, e lei è andata a cercarlo. Non è riuscita a salvarlo e sono morti entrambi nell’incendio. Li hanno trovati abbracciati. Il bambino non aveva alcun segno perché Soledad lo aveva coperto con il suo corpo.
5.Arnaud Beltrame: compiere il proprio dovere per amore
Arnaud Beltrame era un tenente colonnello della Gendarmeria francese morto in un attentato dopo essersi offerto in cambio di un ostaggio in un supermercato di Trebes. Un uomo è entrato nel supermercato e ha ucciso due persone, un cliente e un impiegato, prima di prenderne varie altre come ostaggi. È stato allora che il gendarme 45enne si è offerto volontario per prendere il posto di una donna presa in ostaggio, lasciando il proprio cellulare sul tavolo con la linea aperta perché la Polizia potesse monitorare la situazione. Quando la Polizia ha sentito degli spari, un’équipe tattica è entrata nel supermercato. L’attentatore è stato ucciso, e il gendarme Beltrame è rimasto gravemente ferito, morendo in seguito.
Papa Benedetto XVI ha detto:
“Ma rimane la questione: come possiamo percorrere la strada della santità, rispondere a questa chiamata? Posso farlo con le mie forze? La risposta è chiara: una vita santa non è frutto principalmente del nostro sforzo, delle nostre azioni, perché è Dio, il tre volte Santo (cfr Is 6,3), che ci rende santi, è l’azione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci è comunicata e che ci trasforma. Per dirlo ancora una volta con il Concilio Vaticano II: ‘I seguaci di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loro opere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù Signore, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere nella loro vita e perfezionare la santità che hanno ricevuta’”.
Questi eroi quotidiani, questi santi non ancora canonizzati, sono quelli che fanno la differenza nelle grandi crisi. Sono chiamati da Dio a servire in un momento critico, con una testimonianza coraggiosa, e rispondono con generosità, rischiando la propria vita, con un’enorme fiducia in Dio. La loro testimonianza di vita, soprattutto quella nel momento di offrire la propria esistenza o il perdono, ci ispira a continuare a confidare nel fatto che i progetti di Dio sono sempre migliori dei nostri, anche quando non riusciamo a vederlo.
E voi, conoscete qualche altro eroe quotidiano?
di Andrés D’Angelo
Catholic Link, 11 giugno 2018