Ogni donna che ha abortito subisce un trauma immenso. E molto spesso le donne che sono passate – o stanno passando – attraverso una tale esperienza ci scrivono o ci telefonano.
Le testimonianze che ci danno sono molto simili tra loro e molto simili a quella di questa donna che ci ha contattato recentemente. Ha firmato la sua lettera con nome e cognome, ma per rispetto della sua privacy la pubblichiamo in forma anonima.
Anche lei, come le altre che abbiamo conosciuto, non solo non si sente affatto offesa dalle campagne che – come la nostra – mettono in guardia sulle conseguenze dell’aborto, ma ci ringrazia: ci incoraggia a proseguire, perché l’aborto lascia una ferita che nessuna donna merita di dover sopportare.
Da donna, dico che abortire è stato fin troppo facile…
Vorrei dare anche io la mia testimonianza. Avevo 20 anni quando ho abortito. L’ho fatto perché all’epoca ero fidanzata, ma tradivo il mio fidanzato con un altro. Nessuno dei due ragazzi voleva quel bambino, men che meno io che non avrei saputo come spiegarlo a nessuno.
Avevo perso da poco mio padre, pensavo che uno “scandalo” di questo tipo avrebbe finito di uccidere la mia famiglia, mia madre, mio nonno. Nessuno ha tentato di dissuadermi, solo la prima ginecologa a cui mi rivolsi mi disse di pensarci bene, che quando sarebbe nato il piccolo tutto si sarebbe aggiustato da sé e la mia famiglia lo avrebbe amato. Non ho voluto ascoltare.
Al consultorio l’unica cosa che mi hanno chiesto è stato perché non avessi preso la pillola del giorno dopo. Non avevo motivi seri per non tenere il bambino. Non avevo problemi economici. Non avevo problemi di salute. Ma nessuno me lo ha chiesto. Abortire è stato fin troppo facile. Volevo sprofondare dalla vergogna! Volevo dire che non era per egoismo, che tutto era complicato…
Quando andai in ospedale mancava pochissimo alla fine del termine ultimo concesso dalla legge per abortire. Il medico mi disse «Non c’è tempo». Io devo aver fatto un’espressione spaventata o qualcosa del genere, per cui lui mi ha inserito d’urgenza nel primo turno disponibile. Questo per rispondere a chi dice che a causa dei medici obiettori abortire in Italia è difficile. E sono sicura che quel dottore non fosse d’accordo con la mia scelta. Ci raccontano solo storie… ditelo alle ragazze, alle donne.. le stanno imbrogliando.
Ora ho due figli, un marito che mi ama e che amo. Se all’epoca qualcuno mi avesse parlato, solo leggermente spinto a non farlo, ora avrei tre bambini. Ho abortito, ma non mi sento offesa dalle parole degli attivisti pro vita, dai cartelloni che dicono «no» all’aborto, anzi… hanno ragione!
Va gridato e detto a tutti, perché il mondo inganna e ti dice «fai bene, non preoccuparti, è per il tuo bene, è per te!» Il Signore nonostante il mio peccato mi ha donato una vita felice (ancora mi chiedo come sia possibile). Non dimenticherò mai cos’ho fatto anche se non vivo con i sensi di colpa, ma voglio fare in modo che nessun altra faccia il mio errore.
Una donna
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