Ti accolgo sì, ti accolgo no, ti accolgo forse…”la questione migranti è al centro del dibattito, fa notizia,soprattutto fa litigare, ci si offende tra Stati, tra muri e cittadinanza, e politici infuocati, l’Europa di fronte “all’emergenza” migranti che dura, più o meno, da vent’anni non sa cosa fare.
In mezzo ci sono le persone: i migranti, uomini, donne bambini in carne ed ossa, con lacrime e sale, gioia e rabbia…, poi tutti quelli che li accolgono, che vedono il dramma degli arrivi, poi le persone che, mentre gli Stati litigano, si devono confrontare con lo “straniero “, il “diverso”. Uomo a uomo, donna a donna.
In un’Europa che non sa accogliere i suoi figli, che preferisce abortirli o non farli più, è certamente un miracolo l’accoglienza.
Un miracolo possibile secondo il Dr Pietro Bartolo, Direttore dell’Asl di Lampedusa quello che ha accolto e accoglie i migranti a Lampedusa, quello di Fuocammare e l’autore di Lacrime di sale, che è ormai un esperto.
“Non è un’invasione” spiega Bartolo “Noi dobbiamo capire questo e reagire nel modo giusto: trattarli come esseri umani che hanno sofferto fin dalla nascita e continuano a soffrire, anche qui, dove pensavano di vivere in un mondo migliore, mentre continuano a d’essere i mostri, gli alieni e i diversi”.
“Non è un’invasione perché di 181 mila arrivati nel 2016, -l’anno con più migranti mentre dal 2017 gli arrivi sono diminuiti- rispetto ai 60 milioni di abitanti in Italia … i migranti Sarebbero 2,5 per ogni 1000 abitanti! Dov’è l’invasione? Se poi li distribuiamo in Europa…” riprende l’autore di Lacrime di sale.
Secondo il Direttore Asl i centri di accoglienza sarebbero da “chiudere” e bisognerebbe “dare il denaro ai sindaci perché siano messi in grado di accogliere “.
“Ai migranti non tocca nulla -chiarisce il medico- perché i soldi vanno all’ente gestore, alle associazioni, per pasti e pernottamenti”.
Da qui la proposta di Bartolo “potremmo dare i soldi ai sindaci per incentivarli ad accogliere i migranti, distribuendoli in Italia. Attualmente sono solo 2000 comuni su 6000 ad ospitarli; quindi una grossa concentrazione che crea problema a chi li accoglie”.
“Se noi dessimo ai sindaci un numero di migranti limitati, tipo 15 migranti per Comune con 30 mila euro, sufficienti per accoglierli, dando loro un lavoro, socialmente utile, pagandoli con uno stipendio buono di 1500€, in modo da poter pagare affitto, tasse, ecc., si farebbe del bene sia ai migranti che a noi che accogliamo” continua il medico.
“Verrebbero tolti dai centri dove sono tenuti senza fare nulla e verrebbero inseriti, con numeri limitati, nei comuni,in modo tale da diventare produttivi per il comune stesso”. Un’integrazione possibile.
“C’è stata una riduzione importante negli arrivi, sia per una riduzione nei paesi di origine, sia per gli accordi presi dall’Italia con i sedicenti governanti libici.
Se questo è per togliere dalle grinfie dei trafficanti queste persone e fare in modo che non vengano torturate e violentate ma che vengano accolte dalle ONG che dovrebbero garantire i diritti umani, bene…ma la mia perplessità è che non è chiara la situazione, anche perché in Libia Non c’è un governo…”.
Nei lager libici, racconta Il medico di Lampedusa, i migranti “sostano in attesa di trasferimento, e vengono torturati, seviziati, dopo essere stati privati della dignità”.
“Bisogna cambiare registro… fare corridoi umanitari, per non mettere a rischio la vita di queste persone e garantire il diritto principe che è il diritto alla vita” afferma Bartolo.
Chi ha “diritto” a venire in Europa? Bartolo non ha dubbi:
“coloro che scappano dalle guerre e dalle persecuzione, ma anche quelli che scappano dalla fame dalla morte certa”.
L’anno scorso, verso luglio-agosto, ricorda il protagonista di Fuocammare, “arrivò un ragazzino di 13 anni circa,tanto sofferente, tenuto in un lager nella Libia, con una situazione disastrosa dal punto di vista organico. Ciò che mi impressionò fu che avevano tentato di scuoiarlo appendendolo per i piedi e partendo dalle gambe. Lo abbiamo curato e trasferito a Palermo.Torture gratuite fatte dai libici, cioè dalle organizzazione che gestiscono il traffico di esseri umani, sul ragazzino perché era nero. Un essere umano non può fare queste cose”.
“Affrontare queste situazioni ti fa sentire tanto male, impotente, ti fa venire dubbi…perché devo vedere queste sofferenze? Poi ci ragiono in famiglia e capisco che è giusto, lo faccio perché sono un uomo. Mi sentirei un traditore se non lo facessi, in considerazione del fatto che sono un medico, e tutti quelli che con me operano, lo fanno perché hanno capito che la nostra è una missione, indipendente dall’essere medico, volontario, militare …bisogna aiutare chi ha bisogno” conclude Pietro Bartolo.
Elisabetta Pittino
26/06/2018
(http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2018/06/26/societa/pietro-bartolo-e-la-sua-visione-sui-migranti)