I giudici orientati a ribaltare la storica sentenza con la quale 49 anni fa legalizzò la pratica a livello federale. La decisione definitiva a giugno
Riflessione della professoressa Assuntina Morrese
l Senato ha approvato mercoledì, pochi giorni prima dell’inizio della Settimana Santa, la proposta di legge socialista che considera “bullismo” la preghiera davanti alle cliniche abortiste e lo punisce con il carcere fino a un anno. Un altro colpo alla libertà religiosa.
Le recenti indiscrezioni di Politico su quello che sarà il voto della Corte Suprema sull’aborto sembrerebbero aver generato l’ennesima macchina del fango nei confronti dei giudici conservatori. Eppure, le recenti leggi restrittive sull’aborto in molti Stati repubblicani sembrano davvero rispecchiare il sentire della popolazione. In altre parole, gli Stati Uniti sono davvero più pro-life che in passato: a dichiararlo a Pro Vita & Famiglia è Francesco Giubilei, scrittore e opinionista.
L’ira di Joe Biden contro la Corte Suprema Usa per la bozza di parere contro il diritto all’aborto: “contrasteremo la legge che mina i diritti fondamentali”
Clamoroso negli Usa: il quotidiano online Politico ottiene e pubblica la bozza dell’opinione di maggioranza che – se approvata – ribalterebbe la Roe, la sentenza che nel 1973 ha imposto l’aborto in tutti gli Stati Uniti. La bozza, scritta dal giudice Alito e trafugata illegalmente, spiega che la Roe è costituzionalmente infondata e da annullare insieme alla sentenza “gemella” Casey. La Corte Suprema conferma che la bozza è autentica e incarica l’Fbi di trovare i colpevoli. Ma intanto il Partito Democratico e le lobby abortiste si compiacciono per il testo trafugato, aizzando le piazze e minacciando l’indipendenza dei giudici.
Proseguono le violenze negli Usa in reazione alla bozza anti-aborto della Corte Suprema. Scandalose affermazioni della portavoce della Casa Bianca che appoggia – contro la legge – i manifestanti presso le case dei giudici. La stampa liberal evoca scenari da guerra civile e il sindaco Dem di Chicago esorta a “imbracciare le armi”.
Oltre ai dibattiti, però, il fronte che chiama se stesso pro choice (per la scelta) si è reso responsabile, almeno nella sua componente più estremista e ideologica, di violenze di vario tipo. Danneggiamenti di sedi pro life, scritte minacciose sulle chiese, insulti e odio sui social, e perfino delle manifestazioni davanti alla casa del coraggioso giudice Samuel Alito, responsabile della bozza di cui sopra.
La legge vieta di manifestare fuori dalla casa di un giudice. Lo hanno fatto gli attivisti pro-aborto con l’ok della Casa Bianca