Il discorso di Jd Vance questa notte (ora italiana) alla March for Life è stato emozionante. Il suo discorso in cui chiede di tutelare la vita del concepito e la maternità dalla folle cultura turboindividualista di sinistra definita “abortion on demand” addirittura spinto fino al nono mese, andrebbe fatto ascoltare a Giorgia Meloni e pure al ministro Roccella che non avrebbero mai il coraggio di pronunciarlo con questa nettezza.
In Francia negli ultimi si è registrato un boom di aborti che porta le associazioni pro-vita a chiedere di non banalizzare una pratica pericolosa.
Oggi a Washington si terrà la Marcia per la vita e, proprio alla vigilia dell’evento che ebbe la sua prima edizione 51 anni fa, il presidente Trump ha firmato un decreto per concedere la grazia a 23 attivisti pro life, come aveva dichiarato in campagna elettorale.
La giovane madre è accusata di averli uccisi subito dopo la nascita e di averli seppelliti nel giardino di casa. Ora il padre 21enne li ha riconosciuti all’anagrafe come figli suoi.
«Con mia sorpresa, ChatGPT ha ammesso che l’aborto è la fine di un organismo umano vivente, un riconoscimento significativo». Autore di questa affermazione un insegnante di filosofia, Giorgio Matwijec (ne ha riportato gli esiti in un articolo su mercatornet.com), che si era dato la briga di sottoporre a ChatGPT alcune domande, tra le quali una riguardante l’aborto.
Il cambio di guardia alla presidenza degli Stati Uniti riguarda anche il destino di centinaia di miliardi di dollari in aiuti umanitari per l’Africa, che con le amministrazioni democratiche includono anche l’aborto. Come dimostra il caso del programma anti-Aids.
Pro Vita & Famiglia è stata la prima a denunciare che la denuncia di presunte pressioni da parte di volontari pro life su alcune donne intenzionate ad abortire negli ospedali di Aosta era una clamorosa bufala montata ad arte. Ora arriva la conferma dalla Ausl di Aosta, che al termine di un’indagine interna ha appurato che non si è mai verificato.
Rumorose proteste di gruppi pro-aborto contro la presenza nell’organismo comunale nato per dar voce a tutte le donne dell’associazione per la promozione della vita umana. «Un brutto clima».
È scioccante che il reparto di Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di Urbino sia considerato “un faro” e una “eccellenza” per le modalità “efficienti” con cui, in collaborazione coi consultori locali, vengono soppresse vite nascenti con l’aborto chimico tramite pillola RU486.
Un aborto farmacologico al passo coi tempi è possibile, anche nelle Marche. Il reparto di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, infatti, ha iniziato a somministrare i farmaci abortivi fino alla nona settimana di gestazione, come previsto dalle Linee di indirizzo ministeriali dal 2020, che fino ad ora non risultano applicate in questa Regione. Lo rende pubblico Pro-choice rete italiana contraccezione aborto