Sempre più spesso, di recente, studi scientifici stanno confermando come la GPA (gestazione per altri, o più semplicemente conosciuta come utero in affitto) abbia probabilità molto più elevate di complicazioni durante la gravidanza o durante il parto. Complicazioni che in alcuni tragici casi (molto raramente riportati dai media) possono risultare fatali per la madre surrogata.
Cosa succede allora nel Dna dei bambini venduti strappati dal seno della madre che ha affittato (o prestato) l’utero? E se i bambini crescono in famiglie Lgbtq, senza il rifermimento-confronto maschile e femminile? E lo stress che accumulano quando sentono la mancanza – per es- della mamma e gli si risponde che devono esser contenti di avere due papà? Questo stress non può determinare effetti epigenetici sul Dna?
Cento giuristi, medici e filosofi di 75 Paesi firmano la «Carta di Casablanca» per una convenzione internazionale che metta al bando la maternità surrogata
Il partito della premier Meloni replica alla mossa di Schlein chiedendo una legge per rendere reato universale questa pratica. Fanno discutere le frasi di Mollicone e Malan.
In diverse parti del mondo la pratica è permessa a pagamento. Dall’Ucraina agli Stati Uniti: dove e come è consentita la maternità surrogata.
Lo scorso 14 marzo, la commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento Ue per il riconoscimento dei figli di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione della maggioranza che si è espressa in modo negativo sulla proposta di regolamento e presentata dal relatore, Giulio Terzi di FdI – è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. Nella risoluzione, il motivo della bocciatura, si legge a chiare lettere: «L’obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l’obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione, non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità».
Difendendo il diritto all’adozione per le coppie gay, la sinistra mercifica il corpo delle donne. Superando in peggio la legge Cirinnà del 2016, approvata rifiutando la stepchild adoption
In data odierna la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha approvato una risoluzione con la quale è stato sostanzialmente bocciata la proposta di normativa formulata dalla Commissione europea relativa alla competenza, alla legge applicabile e al riconoscimento delle decisioni e all’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione e alla creazione di un certificato europeo di filiazione.
La redazione di Pro Vita & Famiglia ha avuto modo di contattare Kelly Martinez, una giovane donna statunitense che, in passato, è stata madre surrogata per tre volte e ora si è amaramente pentita.