L’intenzione del Governo di limitare l’uso dei 500mila euro stanziati con l’emendamento Magi alla manovra di bilancio per l’educazione ‘sessuo-affettiva’ nelle scuole alla redazione di “moduli formativi rivolti agli insegnanti” su contenuti inerenti la prevenzione dell’infertilità maschile e femminile è una ‘toppa’ che, almeno nelle intenzioni, potrebbe limitare il danno causato da un emendamento che non sarebbe mai dovuto essere nemmeno approvato.
Sconcerto per il finanziamento pubblico di 80.000 euro disposto dalla Giunta Rocca con una Determinazione del 30 aprile 2024 a favore del progetto “Gay Help Line”.
Per la prima volta l’Italia ha ospitato il tour di una giovane “detransitioner” (una ragazza che aveva intrapreso il percorso per “cambiare genere” e ha poi deciso di tornare indietro), per diffondere la testimonianza diretta di chi ha vissuto sulla propria pelle i danni e le conseguenze dell’ideologia gender e della transizione in giovane età.
“Let’s kiss: storia di una rivoluzione gentile” è un documentario che il giornalista Filippo Vendemmiati ha dedicato a Franco Grillini, bolognese, per decenni leader del movimento omosessualista nel nostro Paese. Il tono dell’opera é a tratti ruvidi e spesso intolleranti della “rivoluzione” promossa dal fondatore di Arcigay.
Un richiamo «sull’importanza di non attuare approcci ideologici che prescindano dalle situazioni concrete» e a muoversi con «estrema prudenza». L’ha espresso il Papa incontrando prima di Natale una rappresentanza di Generazione D, l’associazione di genitori con figli che si identificano come transgender.
Una svolta storica. Non si può davvero che definire così l’annuncio, diffuso ufficialmente dal governo del Regno Unito, di vietare a tempo indeterminato nel Paese i bloccanti della pubertà, che sono quei farmaci, per lo più a base di ormoni, somministrati ai bambini con disforia di genere per ritardare appunto la pubertà.
L’ipotesi di usare la triptorelina per bloccare lo sviluppo puberale e favorire il cambio di genere solleva gravi questioni biogiuridiche e biopolitiche.
Ormai è rimasto solo il Pd a sostenere con le proprie insegne i Gay pride e a fomentare il dileggio politico per imporre il diktat Lgbt. Un cartello di una Meloni che allatta svela la violenza politica che è diventata comune. E che non offende solo il premier come mamma, ma tutte le madri.
Dopo aver disintegrato la figura del padre, il kulturame di Sinistra ha avviato un’incendiaria campagna d’odio contro la madre e il materno femminile. I rimproveri della stampa progressista alla Meloni, che ha portato al G20 di Bali la figlia, sono figli dello stesso odio di classe covato contro le donne madri: Murgia, Bindi, Serra, Emma, Colombo. Così l’odio al materno rivela il nichilismo della vita.
L DIRITTO POSITIVO E LA TRASFORMAZIONE DELLA “IRREALTÀ” IN UNA “FINZIONE DI REALTÀ”