Dopo che la Toscana è diventata la prima regione con una legge sul suicidio assistito, il Comitato Nazionale Psicologi è intervenuto con un comunicato e un’intervista di un suo membro, la dottoressa Clara Emanuela Curtotti, per mettere in guardia dal rischio di un cambiamento del ruolo degli psicologi e dalle potenziali derive.
Il presidente della Regione Liguria Marco Bucci sul fine vita in Toscana: “Serve legge parlamentare sull’eutanasia, c’è il rischio di strumentalizzare”.
I medici saranno pagati 180,24 euro per ogni paziente soppresso. Ma la “buona morte” non doveva essere libera, gratuita e disinteressata?
Eutanasia e suicidio assistito non possono essere messe sullo stesso piano di un vero modello di assistenza, come fossero un’alternativa: parla uno dei più autorevoli palliativisti italiani.
Sono passati quasi sette anni dalla prima decisione con la quale la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’art. 580 c.p. Durante questo lungo periodo di tempo, nell’ambito di due legislature distinte, si sono succedute quattro maggioranze parlamentari profondamente diverse. Eppure, si è ancora ben lontani dal capire quali iniziative legislative debbano essere messe in atto al fine di dar seguito alle indicazioni della Corte.
Un’anziana madre peggiorata dopo il Covid e ricoverata. Poi la scoperta che anche in Lombardia gli ospedali non sono attrezzati e il personale non è informato sulle prestazioni cliniche dovute.
Esprimiamo preoccupazione per recenti iniziative regionali sul tema del fine vita. Da ultimo, l’approvazione nei giorni scorsi della legge sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio Regionale della Toscana. Ricordiamo che “primo compito della comunità civile e del sistema sanitario è assistere e curare, non anticipare la morte” (Conferenza Episcopale del Triveneto, 2023).
Il 10 febbraio scorso, in seguito all’approvazione della legge regionale toscana, si è instaurato un imponente dibattito sul tema del “suicidio assistito”. L’Associazione Luca Coscioni, capofila nella battaglia per la liberalizzazione di questo crimine, sta adottando una strategia molto efficace.
Apprendiamo che il Partito Democratico ha presentato un emendamento in Regione Toscana per tagliare 30 mila euro dal fondo disabilità e destinarli al suicidio assistito. Si tratta della prova definitiva che dietro la propaganda sul “fine vita” si cela un vero e proprio progetto eutanasico che mira a rifondare il sistema sanitario nazionale sullo scarto dei più fragili, gli anziani e gli “improduttivi”, proprio come nei più barbari regimi totalitari del passato.
Intervista a Francesco Grazzini, consigliere comunale di Italia viva a Firenze che ha espresso la propria contrarietà alla legge toscana sul suicidio assistito.