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NO EUTANASIA, NO SUICIDIO ASSISTITO, SI CURE PALLIATIVE

PROVITA&FAMIGLIA – Giudice Rocchi (Corte di Cassazione) sul fine vita: «Ddl è attuazione della cultura dello scarto per eliminare chi non serve»

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Gianrenato De Gaetani, dirigente di associazioni pro vita del Tigullio, nel genovese, e fra i soci fondatori di due associazioni culturali, Fons Gemina di Rapallo e Domus Cultura di Genova, ha intervistato il magistrato Giacomo Rocchi, consigliere della Corte di Cassazione, sul dibattito relativo al fine vita.

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PROVITA&FAMIGLIA – Il buon esempio dell’Inghilterra, che promuove le cure palliative. E l’Italia?

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Parallelamente alla bocciatura della legalizzazione del suicidio assistito, si è deciso di dare un esplicito diritto legale alle persone in fin di vita affinché possano accedere all’assistenza sanitaria e alla cure palliative (esigibili da tutti). Una possibilità che rappresenta una prima volta dalla nascita del sistema sanitario nazionale NHS.

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PROVITA&FAMIGLIA – Suicidio assistito. In Canada richieste aumentate esponenzialmente dalla legalizzazione del 2015

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Per Valérie Faucher, responsabile medico e membro del consiglio di amministrazione del Centro universitario integrato di salute e servizi sociali (CIUSSS) di Saguenay–Lac-Saint-Jean, questo aumento è dovuto al fatto che l’aiuto medico alla morte «è ormai accettato da una parte ampia della popolazione e non è più tabù»; inoltre «è praticato da un numero sempre più alto di medici».

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LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA – Il Ddl Bazoli renderà le persone più fragili

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Le Dat consentono già di interrompere qualsiasi trattamento terapeutico e di sostegno vitale, ma se il Ddl Bazoli verrà approvato si estenderà la possibilità del suicidio assistito a tante categorie ritenute “improduttive” e “costose”. Lo Stato, così, aiuterà i fragili a sentirsi più fragili. E il ruolo del medico ne uscirà ulteriormente stravolto.

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LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA – L’inganno sui malati terminali e la burocrazia della morte

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I fautori di eutanasia e suicidio assistito hanno sempre presentato casi in condizioni disperate, ma l’obiettivo – com’è evidente nel Ddl Bazoli – è quello di includere tantissime persone ben lontane dalla malattia terminale. La maggior parte degli anziani si trova nella condizione richiesta dal Ddl. E i protocolli e le procedure non danno alcuna garanzia.

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