IL SUSSIDIARIO – ALAIN DELON SCEGLIE L’EUTANASIA/ L’ultimo copione di chi non sa accettare la realtà
Alain Delon ha scelto l’eutanasia. Pronto a recitare fino all’ultimo e fare da testimonial della dolce morte. Ma è una scelta di chi rifiuta la realtà
Samantha D’Incà, la donna trentenne rimasta in coma dopo un intervento chirurgico, è stata “lasciata andare” per volontà della famiglia. Il padre, nominato amministratore di sostegno, ha deciso di interrompere le cure e l’alimentazione, poi di somministrare la sedazione profonda. In meno di una settimana Samantha è morta. Ma non era moribonda, poteva vivere.
La dolorosa vicenda di Samantha D’Incà, la 30enne bellunese in stato vegetativo, per la quale i genitori hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione al trattamento di fine vita – con relativa interruzione di cibo e idratazione e l’avvio della sedazione – pone una serie di problematicità e si presta alle facili strumentalizzazioni. A commentare il caso con Pro Vita & Famiglia è il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, Filippo Maria Boscia che, con l’occasione, ha ricordato qual è il discrimine che rende lecita la pratica della sedazione profonda.
A Belluno è morta Samantha D’Incà, dopo 14 mesi in stato di minima coscienza: aveva 30 anni e non aveva fatto nessun testamento biologico
Dopo il varo della legge sulla “morte volontaria medicalmente assistita alla Camera, si alzano le prime voci critiche da alcune sigle di ispirazione cristiana. Che chiedono interventi sul testo.
Passa (con molte assenze tra i partiti contrari) la legge sul suicidio assistito. Il voto in aula ha aggiunto altri nodi a quelli esistenti. Irrisolta la questione delle cure palliative. Ora il Senato
Eutanasia, passa alla Camera la proposta di legge sul Fine Vita: 253 Sì, Centrodestra contro. Come sarà la richiesta del suicidio assistito: “basterà certificato medico”
In un recente comunicato stampa, il Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) ha messo in risalto tutta le contraddizioni del disegno di legge sul suicidio assistito che sembra guardare alle situazioni di disabilità grave, con un certo disinteresse, proponendo come unica alternative alle sofferenze, unicamente la morte. Ne abbiamo parlato col presidente Alessandro Chiarini.