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NO EUTANASIA, NO SUICIDIO ASSISTITO, SI CURE PALLIATIVE

LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA – Samantha D’Incà poteva vivere. Cronaca di una morte ingiusta

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Samantha D’Incà, la donna trentenne rimasta in coma dopo un intervento chirurgico, è stata “lasciata andare” per volontà della famiglia. Il padre, nominato amministratore di sostegno, ha deciso di interrompere le cure e l’alimentazione, poi di somministrare la sedazione profonda. In meno di una settimana Samantha è morta. Ma non era moribonda, poteva vivere.

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PROVITA&FAMIGLIA – Caso Samantha. Boscia: «Ecco qual è il confine lecito per la sedazione»

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La dolorosa vicenda di Samantha D’Incà, la 30enne bellunese in stato vegetativo, per la quale i genitori hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione al trattamento di fine vita – con relativa interruzione di cibo e idratazione e l’avvio della sedazione – pone una serie di problematicità e si presta alle facili strumentalizzazioni. A commentare il caso con Pro Vita & Famiglia è il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, Filippo Maria Boscia che, con l’occasione, ha ricordato qual è il discrimine che rende lecita la pratica della sedazione profonda.

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PROVITA&FAMIGLIA – Charini (Confad) «Il ddl sul suicidio assistito sancisce morte e calpesta il diritto alla buona vita»

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In un recente comunicato stampa, il Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) ha messo in risalto tutta le contraddizioni del disegno di legge sul suicidio assistito che sembra guardare alle situazioni di disabilità grave, con un certo disinteresse, proponendo come unica alternative alle sofferenze, unicamente la morte. Ne abbiamo parlato col presidente Alessandro Chiarini.

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