Ha fatto scalpore il caso del tetraplegico che ha chiesto il suicidio assistito perché la sua condizione gli è divenuta insostenibile. Ma c’è anche chi, pur martorizzato e martirizzato, con un corpo che non risponde più agli slanci del pensiero ed agli stimoli della mente, sceglie invece la vita. Sceglie di vivere. Francesco Sala da più di cinque anni è malato. Ha la Sla, che lo condanna all’immobilità, lui che immobile non lo è mai stato, che esalta la sua esistenza, interagisce, considera, guarda, ragiona.
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Assomiglia a quelle bare per il criosonno o ipersonno che abbiamo visto in molti film di fantascienza e in cui finiscono gli astronauti che devono risvegliarsi dopo qualche centinaia di anni su una navicella spaziale lanciata verso mondi sconosciuti. La differenza però sta nel fatto che chi entra in questa bara non si risveglia più o, anzi, sì ma non in un altro mondo, ma nell’altro mondo.
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Mario (nome di fantasia) 43 anni, residente a Pesaro, camionista, tetraplegico da 10 anni è immobilizzato. Muove solo il dito mignolo con cui può accendere e spegnere la Tv. Non ce la fa più. Ritiene che questa non sia vita e così inizia l’iter per chiedere di accedere a uno dei farmaci letali e farla finita. Il Comitato etico dell’Azienda sanitaria Marche di Ancona nelle scorse settimane accorda l’autorizzazione. È la prima volta che in Italia si dà il via libera al suicidio assistito fatto che riaccende immediatamente un dibattito, mai spento, sul tema delicatissimo e complesso del fine vita.
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Per l’arrivo in Aula della norma si è fissata la data del 13 dicembre dopo che, nel pomeriggio di mercoledì 1 dicembre, le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno iniziato ad approvare gli articoli del testo e dopo che tutti i gruppi hanno concordato di concludere l’esame del testo entro il giorno 9. Questo accordo sull’iter della norma, attenzione, non implica però che esso si rifletterà anche in Parlamento. Anzi, è più che probabile che assisteremo ad un dibattito piuttosto acceso sull’argomento.
Concluso l’esame del testo base nelle Commissioni Affari sociali e Giustizia, la Camera si prepara alla discussione generale lunedì 13. Ma le posizioni tra favorevoli e contrari restano distanti.
Ne abbiamo parlato con Stefano Ojetti nuovo segretario nazionale dell’Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani).