Questo qualcuno sa che tra le ragioni più importanti di questa “battaglia” vi è il risparmio di risorse economiche per una società sempre più egoista?
La morte annunciata di Mario, a cui la Asl delle Marche ha concesso il via libera al primo suicidio medicalmente assistito del nostro Paese, è una sconfitta di tutti.
Tiene banco il caso di “Mario”, nome di fantasia di un paziente tetraplegico di 43 anni. Tanti i resoconti, ma nei media mainstream che esultano per il fatto “storico” – cioè perché una persona si potrà, forse, presto suicidare con l’aiuto dello Stato – mai si accenna al valore infinito che quella vita ha. E continua ad avere.
Milano, 1 novembre 2021 – Festa di Tutti i Santi
Rev.do e caro dr. Don Gian Maria Comolli
Ringrazio di cuore per la pubblicazione sull’eutanasia che continuamente insidia la civiltà e induce a pensare più alla morte che alla vita, più alla disperazione che alla speranza.
Invoco per Lei ogni benedizione di Dio perché con gli scritti, le parole e la testimonianza continui a dare ragione della speranza.
Con un caro saluto e ogni augurio.
+Mario Delpini
I pazienti psichiatrici “soffrono” per i lunghi tempi di attesa per l’eutanasia. E’ questa la sconcertante ragione che ha spinto i ‘Verdi’ olandesi a chiedere modifiche legislative per velocizzare l’eutanasia.
Questo novembre si è aperto con una notizia dall’inaspettato esito per quanto riguarda la presentazione del sesto rapporto annuale della Commissione del Québec, durante l’Assemblea nazionale, sul suicidio assistito. Il rapporto fa riferimento al periodo che va dal 1 aprile 2020 al 31 marzo 2021. In esso si legge che sono stati 2426 i decessi per eutanasia, in aumento del 37% rispetto all’anno precedente, pari ad un aumento del 3.3 % dei decessi totali.
L’associazione Luca Coscioni e i radicali da sempre presentano questa scelta come libera autodeterminazione della persona ma il piano inclinato su cui poggiano le legislazioni mortifere porta inevitabilmente allargamento delle maglie del controllo, al fenomeno dell’abbandono terapeutico e all’incremento della platea di persone che chiede la “dolce morte”. Non si abrogano quindi solo le norme che tutelano la vita ma lo stesso buon senso, perché la legge fa cultura.