Sul fine vita sta mancando un vero dibattito e ciò rischia di portare abbondante acqua al mulino dell’eutanasia legale nelle sue varie forme. Un dibattito adeguato su questi temi, tuttavia, può aver luogo soltanto se si ha come stella polare la sacralità della vita. Pro Vita & Famiglia ha affrontato la tematica con monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che ha espresso il suo parere sugli ultimi sviluppi legislativi e giudiziari.
Media soddisfatti e Radicali esultanti dopo la morte del tetraplegico marchigiano in seguito a iniezione letale. Così la cura smette di essere un’opzione, la “diga” sta per crollare
Rifoldi, 46enne tetraplegico marchigiano che chiedeva il suicidio assistito, decide di applicare la legge sulle Dat e di ottenere la morte secondo la procedura già prevista dal Parlamento nel 2017
Ex camionista 44enne di Senigallia, il suo vero nome era Federico Carboni. Al capezzale lo stesso anestesista che portò Welby alla morte nel 2006. Cappato: superata la legge in discussione al Senato
Il Ddl sul suicidio assistito non vuole introdurre «un’assistenza dignitosa negli ultimi momenti di vita, ma la morte di Stato, cioè la possibilità che l’ordinamento eroghi, su richiesta, la morte». Ma così lo Stato lascia solo chi soffre, come mostra anche il non voler investire sulle cure palliative. La Bussola intervista l’avvocato Francesco Cavallo.
Il giorno dopo, solo recriminazioni perché il 46enne marchigiano non ha potuto accedere al suicidio assistito. Il tragico fallimento della società di fronte al dolore di un uomo non è più nemmeno un tema
C’è sempre attenzione per chi chiede l’eutanasia, ma disinteresse per la battaglia quotidiana di tutte quelle persone (e le loro famiglie) che lottano in condizioni difficili, dimenticate dallo Stato. Parliamone
IL SUSSIDIARIO – SUICIDIO ASSISTITO/ “Mario, chiedevi senza saperlo un abbraccio che non è arrivato”
È morto Federico Carboni (Mario), il primo malato che ha fatto ricorso al suicidio assistito in Italia. Ma non siamo i padroni della vita, né nostra né altrui
È morto “Mario”, ossia Federico Carboni, primo caso di suicidio assistito autorizzato in Italia. Una vicenda paradigmatica per vari aspetti, dal rovesciamento dell’ordine naturale stabilito da Dio alla strumentalizzazione della sofferenza per portare avanti processi rivoluzionari e iniqui. Mentre migliaia di famiglie continuano, nel silenzio, a prendersi cura dei loro cari.