Sono sempre esistiti casi di abusi in cui gli atti vengono commessi con il pretesto della spiritualità e del misticismo. Il Dicastero vaticano della Fede ha pubblicato, nel suo sito web, un modello generale di discussione.
Bene che se ne parli, benissimo che sia stata la stessa Chiesa – sconfessando certi luoghi comuni – a richiedere di approfondire la triste questione. Il punto è che tra l’indagare e il raccontare ci sono di mezzo i media, nella loro accezione più sommaria. Per questo servono alcune precisazioni.
Il mese scorso il secondo trasferimento di diocesi di un vescovo con il via libera di entrambe le parti in causa dopo due casi unilaterali. Parolin: scopo è migliorare la vita quotidiana della Chiesa.
Un appello della Cei che dice “basta” alla tragica situazione in Congo. Lo stanziamento di un milione di euro.
La questione del processo al cardinale Becciu è incomprensibile a profani come me, ma si capisce che è delicata. Il cardinale, denunciano suoi amici, è sottoposto a una serie di misure giudiziarie che non salvaguardano i suoi diritti. Inoltre, da un punto di vista mediatico non è chiaro se sotto processo sia Becciu o il Papa e la Santa Sede.
“In questi sabati vorrei evidenziare, di volta in volta, qualche aspetto della speranza. È una virtù teologale. E in latino virtus vuol dire “forza”. La speranza è una forza che viene da Dio. La speranza non è un’abitudine o un tratto del carattere – che si ha o non si ha –, ma una forza da chiedere. Per questo ci facciamo pellegrini: veniamo a chiedere un dono, per ricominciare nel cammino della vita” (Papa Francesco).
«Cosa cercavano i professionisti della comunicazione in Vaticano? E, per non nascondersi dietro considerazioni generali, cosa cercavo io?»: il vicedirettore di Avvenire condivide la sua esperienza.
Al Giubileo dei giornalisti la reporter e Nobel per la pace parla con Avvenire dell’ecosistema corrotto dell’informazione, dell’irresponsabilità di Big Tech. E con il Papa chiede: narriamo la bellezza.
Due le opere segno per l’Anno Santo: un percorso per aiutare detenuti a fine pena a trovare casa e lavoro. E un progetto rivolto a persone senza dimora escluse dalla rete dei servizi socio-sanitari.
Quale opera segno per l’Anno Santo, la Chiesa del Monferrato lancia un progetto per aiutare chi non trova alloggio o rischia di perderlo. E la mensa Caritas diventa meta di «pellegrinaggio giubilare».