“Malattie come la Tbc, l’Aids e l’epatite non hanno il passaporto, eppure possono spostarsi da un paese all’altro. Nell’Area economica europea su dieci sieropositivi all’Hiv quattro sono immigrati”. Ad affermarlo non è un governo xenofobo, ma l’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni. Leggi
Il più recente bilancio demografico diffuso dall’Istat rileva come al totale dei 649mila morti registrati in Italia nel 2017 corrisponda un aumento di 34 mila casi rispetto allo stesso dato del 2016. Viene così a riproporsi un segnale di forte crescita dei decessi, simile a quello che aveva caratterizzato il 2015 e sollevato inquietanti domande circa le sue cause. Domande che non hanno mai ricevuto, almeno da parte delle fonti ufficiali, convincenti risposte. Leggi
Fabio Mosca: in Italia le cure neonatali sono mediamente molto buone, ma in un Paese che invecchia rapidamente le priorità si spostano. Leggi
Se pensate ancora, come Saviano, che legalizzare la droga serva a sconfiggere le narcomafie e ad aiutare i giovani, leggete qui. Leggi
Gli italiani sono più soli. Il Rapporto Istat di quest’anno, come quello di Eurostat lo scorso anno, sulle reti e relazioni sociali nel Paese, mettono a fuoco anche questa realtà: la solitudine crescente degli italiani. Il 13% dei nostri concittadini non ha una persona cui chiedere aiuto: è il dato più alto a livello europeo. Per l’Istat tre milioni di abitanti della Penisola dichiarano di non poter contare su alcuna rete di sostegno (parenti, amici, vicini, realtà associative; mentre aumentano le famiglie composte da una sola persona (il 21,5% nel 1998, ben il 31,6% nel 2016). Leggi
Secondo il rapporto, la malattia nel 2017 ha causato 1,6 milione di morti. Dal 2000 decessi in calo del 44% ma è ancora lontano l’obiettivo 2030 di eradicarla. Ma mancano le risorse. Per Medici Senza Frontiere: “quadro vergognoso sull’incapacità del mondo di affrontare questa malattia”. Leggi
Il colosso pensa alla marijuana per far fronte al calo di vendite Leggi
Gentile direttore, mi sono laureato in Medicina un anno fa e lo scorso luglio ho svolto il test per la specialità, che mi ha lasciato molte incertezze. In un mondo in cui con un semplice “click” si può trovare di tutto su una patologia, sembrerebbe che l’unica richiesta fatta dallo Stato ai giovani medici sia di essere dispensatori di diagnosi. L’unica capacità valutata da questo test è quella di scegliere la migliore alternativa tra cinque opzioni, basandoci su scarse informazioni. In questo arido giudizio delle nostre capacità di medici, c’è ancora spazio per l’empatia? È ancora un valore aggiunto il desiderio di curare la persona anziché solo la malattia? Marco Lippolis Leggi
Presentati a Milano i risultati della rete di giovani ricercatori Airalzh: 25 progetti triennali, banditi dall’Università di Firenze e sostenuti in partnership con Coop. Un’attività di sensibilizzazione rivolta ai giovani si è svolta a Milano davanti all’Università Statale. Leggi
In Italia i malati di Alzheimer sono oltre 600 mila, ma secondo l’Istat nel 2020 saranno 2 milioni. Ad oggi manca una terapia specifica in grado di arrestare o far regredire la malattia. Oggi a Roma è stato presentato Chat Yourself, “assistente virtuale” per i pazienti nelle prime fasi ma, spiega al Sir Paolo Maria Rossini, direttore Area neuroscienze Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs-Università Cattolica, rimangono strategici diagnosi precoce e corretti stili di vita. Leggi