Mentre gli altri portano alla grotta degli oggetti: una botticella di vino, un canestro con dei pani, un agnellino… lui, il “Meravigliato” si presenta a mani vuote. O meglio, offre qualche cosa di diverso: la sua meraviglia e il suo stupore che notiamo nel suo comportamento.
Chi riconosce che il rapporto con il Signore Gesù offre luce e sapore alla sua esistenza, non può nascondere questa scoperta ma la deve comunicare agli altri con la testimonianza quotidiana ma pure arricchendo i famigliari, gli amici, i colleghi… con gli insegnamenti evangelici.
In vicinanza del Natale, di fronte alla crisi che la Chiesa e molti cristiani stanno vivendo, vogliamo tentare di rispondere all’interrogativo del Signore Gesù:«Ma il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
L’interrogativo sulla verità ha tormentato gli uomini di tutti i secoli e ci lascia oggi, più smarriti che mai, avendo perso i nostri contemporanei la propria identità. Ecco allora il soccorso che ci viene dal Signore Gesù.
Nel mese di novembre la Chiesa ci invita a pregare per tutti i defunti. Questo periodo dovrebbe essere anche un momento in cui ripensiamo a questo evento che ognuno dovrà affrontare.
Nella parabola è chiara l’eternità come ultimo criterio per valutare il presente ed anche per comprendere la giustizia e la misericordia di Dio. La parabola ricorda che il cristiano deve vivere l’oggi proteso verso il giorno ultimo, nel quale prevarrà per tutti la giustizia di Dio, che è appunto misericordia per chi avrà scelto la carità come stile di vita ed è condanna per chi avrà rifiutato i bisogni degli altri.