L’interrogativo sulla verità ha tormentato gli uomini di tutti i secoli e ci lascia oggi, più smarriti che mai, avendo perso i nostri contemporanei la propria identità. Ecco allora il soccorso che ci viene dal Signore Gesù.
Nel mese di novembre la Chiesa ci invita a pregare per tutti i defunti. Questo periodo dovrebbe essere anche un momento in cui ripensiamo a questo evento che ognuno dovrà affrontare.
Nella parabola è chiara l’eternità come ultimo criterio per valutare il presente ed anche per comprendere la giustizia e la misericordia di Dio. La parabola ricorda che il cristiano deve vivere l’oggi proteso verso il giorno ultimo, nel quale prevarrà per tutti la giustizia di Dio, che è appunto misericordia per chi avrà scelto la carità come stile di vita ed è condanna per chi avrà rifiutato i bisogni degli altri.
Per comprendere il simbolismo delle figure del buon pastore, della donna operosa e anche del padre misericordioso, presente nelle parabole proposte, è indispensabile riscoprire il senso del peccato che possiamo esaminare da varie angolature.
Nel cristianesimo, la sessualità è il linguaggio dell’amore, e non semplicemente una fonte di gratificazione fine a se stessa. Di conseguenza, l’unione fisica, cioè i rapporti pre-matrimoniali al di fuori del contesto dell’amore, svuota l’atto sessuale del suo significato più profondo e più autentico, banalizzandolo sulla genitalità.
Lo Spirito Santo è vitale per la fede, per la spiritualità e per la Chiesa. Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione.
La maggioranza dei cristiani ama la Madonna, e seguendo delle modalità loro, sono convinti di essere a Lei devoti. Vogliamo quindi interrogarci sulla devozione e venerazione che dovremmo alla Madonna per ottenere benefici dal suo Figlio.
Nella “festa dei lavoratori” vogliamo presentare il lavoro da un’ ottica umana e cristiana, cioè come un dono di Dio, convinti che riacquistando il suo significato trascendente, potremo offrire un’accezione completa a questa attività che occupa la maggior parte della nostra esistenza.
Chi festeggia la Pasqua crede che il Signore Gesù è risorto, e in Lui e solo in Lui, scorge il fondamento della sua fede, il significato della sua esistenza e la bussola del suo vivere e operare.