Durante la Seconda guerra mondiale, in un Comune in provincia di Modena, una settantina di giovani ebrei provenienti dall’est europeo vennero sottratti dalle persecuzioni nazifasciste grazie al sostegno solidale della popolazione. Quella stessa comunità oggi si impegna in un circolo Acli per offrire ospitalità diffusa ai migranti.
I bambini e i ragazzi con genitori fragili o maltrattanti, avrebbero le stesse chances senza il Terzo settore che dà sostegno ai loro sogni e lavora per rafforzare i loro genitori? In questo viaggio distopico, al centro di VITA magazine di marzo, abbiamo incontrato Nicola, che da quando ha 10 anni vive a Casa di Nilla.
Padre Giosuè Bonzi, del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), amatissimo missionario bergamasco, all’età di 85 anni ha lasciato Hong Kong e i suoi ragazzi con disabilità fisiche e mentali, facendo ritorno alla sua terra lombarda.
Storie di diritti violati. La paolina Lissy Maruthanakuzhy con la sua scrittura sostiene l’emancipazione e la promozione sociale di tutte coloro che ancora nel Paese vivono la sottomissione di padri e mariti: “Sui mass media amplifico l’amore di Cristo”.
Un romanzo di Emmanuel Exitu sulla straordinaria vita di Cicely Saunders, nata infermiera e divenuta a metà del secolo scorso, dopo l’esperienza vissuta accanto ai morenti nelle corsie d’ospedale, pioniera degli hospice.
L’intervista al Presidente del Movimento per la vita Marina Casini.
Nonostante il suo handicap a 19 anni è richiesta in sposa (il marito dice agli amici: ”Mia moglie non è come le vostre, è una santa!”) e resterà vedova a 37 anni con cinque figli.
A Odessa la Caritas ha avviato sedute di riabilitazione psicosociale e fisica per bambini disabili che prevede l’impiego di amici a quattro zampe selezionati e addestrati da un’esperta che sin da piccola sognava di offrire uno spazio in cui poter insegnare ad adulti e piccini a comunicare con loro. Ai media vaticani racconta in che modo, tra la distruzione e i bombardamenti quotidiani, ci sono persone che si adoperano creativamente per sostenere gli altri.
Una integrazione riuscita, dopo pericoli e privazioni. Rimasto senza familiari, il giovane 34enne vive a Merano dove lavora nella comunità socio-pedagogica che lo ha accolto vent’anni fa. “Un miracolo che fosse rimasto sano dentro. Alidad è stato un dono per far aprire gli occhi sul mondo dei rifugiati”, dice Gina Abbate, l’insegnante che lo aiutò a scrivere il libro “Via dalla pazza guerra”, regalato anche al Papa. Il sogno è aiutare il suo Paese a tutelare i diritti di donne e bambini.