Quanti si sono scandalizzati per l’affaire Facebook-Cambridge Analytica, forse non si rendono conto che sulle pagine dello stesso Facebook, i jihadisti si fanno propaganda. L’azienda ritiene di aver combattuto il terrorismo, ma sia sul social di Zuckerberg che su tutti gli altri, passano indisturbati video, istruzioni, istigazione e odio. Leggi
«È il momento: #cancellafacebook». Il tweet di Brian Acton sintetizza ciò che hanno pensato tanti in queste ore. Basta, è il momento di uscire da Facebook. Leggi
Questa è una storia politica. Così politica, nel senso più alto del termine, che dovrebbe interessare tutti. Nessuno escluso. Tutto parte dalla società Cambridge Analytica e dal suo lavoro di “consulenza” per la campagna elettorale di Donald Trump, basato sull’uso improprio dei dati personali di 50 milioni di persone. Parte da lì, ma va ben aldilà e coinvolge così pesantemente Facebook da avere provocato a Wall Street, un tonfo del titolo della società di Zuckerberg. Leggi
Alcune utili letture da fare (e domande da farsi) sul caso che sta trascinando nel fango il colosso social di Mark Zuckerberg.
Sul caso Cambridge Analytica, lo scandalo che in questi giorni sta mandando a picco le azioni di Facebook (e di conseguenza quelle di altri social network) e che sta producendo un bel danno di immagine a Mark Zuckerberg, ci sono alcune utili letture da fare. Leggi
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato e gli spiriti della Rete stanno invadendo il mondo. È deflagrato con la forza di una detonazione per troppo tempo rimandata il caso Facebook e Cambridge Analytica, coinvolgendo i governi e le autorità di mezzo mondo. Ma di cosa si tratta e perché ci riguarda tutti da vicino? Leggi
Con un occhio sul caffè e l’altro sul display del cellulare per leggere le email o l’ultimo post sui social. Controllare il telefono anche di notte, addirittura addormentarsi con il cellulare in mano, oppure precipitarsi a prenderlo appena svegli. Sono alcuni dei “tic” che evidenziano la possibilità che, in alcuni casi, internet possa diventare una malattia. Leggi
Quante ore, ogni giorno, passiamo al cellulare? Sicuramente più di quante dovremmo. Giornate intere a condividere foto, stati d’animo e notizie con il rischio di perdere il contatto che più conta davvero, quello con la realtà. Una situazione comune a molti che può sfociare in una vera e propria malattia: la nomofobia, vale a dire la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete. Leggi
La reazione più scontata, per certi versi banale, è metterla sul ridere. Come Totò: «Non posso, ho un appuntamento». O come Troisi in “Non ci resta che piangere”: «Aspetta che mò me lo segno». La questione invece è serissima. A dispetto di corna e cornetti, si tratta della più inattaccabile, certa, e quindi trascurata delle verità. Tutti, nessuno escluso, dovremo morire. Leggi
Troppo spesso la ricerca di informazioni su internet si risolve in una richiesta a Google che, nella migliore delle ipotesi, rimanda a Wikipedia. O in un’occhiata rapida ai post segnalati su Facebook, o agli hashtag di tendenza su Twitter. Se questo è informarsi, poveri noi. E il futuro non sembra radioso se circa un quarto dei minori non si informa o lo fa utilizzando un solo mezzo di informazione, che molto spesso è proprio il web. Leggi
Recuperato il discorso, in larga parte “a braccio”, rivolto da Montini ai giornalisti il 28 febbraio 1976. Un intervento “profetico” nell’era delle “fake news” basate sull’ignoranza dei dati oggettivi. Leggi