Ci sono molti segni della creazione di un sistema coercitivo di censura. Per il Wall Street Journal, tutto ciò non viene dallo stato come la Stasi, ma dalla convinzione ideologica
I casi attuali di Bolsonaro, della Lega e degli account pro Erdogan
Secondo un’indagine del Moige, il 76% dei minori dice di non avere alcun filtro parental control: lo richiede un emendamento al testo di conversione della legge sulla Giustizia.
Voce degli azzurri in radio e tv, cinquant’anni fa, a Messico ’70, “inciampò” su un guardalinee etiope.
Per capire cosa ci attende conviene avere lo sguardo ampio. Spaziare oltre i confini ristretti dei social e del televisore del salotto.
L’inopportuna satira sul look di Giovanna Botteri.
Promosso da Aiart e Università Cattolica è operativo il sito che aiuta a conoscere e valutare le tante serie tv che popolano il piccolo schermo.
La puntata di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, trasmessa il 20 aprile è francamente imbarazzante. Intitolata Dio patria famiglia Spa, è un’insalata mista di spezzoni mal cuciti (alcuni ripetuti pedissequamente da puntate precedenti, per esempio La fabbrica della paura, trasmessa il 21 ottobre) e giustapposti alla buona per suffragare un teorema preconcetto. Ma il teorema esiste soltanto nella mente di chi lo ha ideato e dunque gli spezzoni non ottengono affatto lo scopo, in alcuni casi facendo decisamente ridere (come quando il giornalista Giorgio Mottola e l’ex sottosegretario Armando Siri impiegano minutaggio prezioso per disquisire se il nome del presule americano di cui sotto si pronunci “bark” con la “a” o “burk” con la “u” giacché nessuno dei due sa che si pronuncia “bɜːk” con la vocale centrale semiaperta non arrotondata “ɜː”)