La puntata di Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, trasmessa il 20 aprile è francamente imbarazzante. Intitolata Dio patria famiglia Spa, è un’insalata mista di spezzoni mal cuciti (alcuni ripetuti pedissequamente da puntate precedenti, per esempio La fabbrica della paura, trasmessa il 21 ottobre) e giustapposti alla buona per suffragare un teorema preconcetto. Ma il teorema esiste soltanto nella mente di chi lo ha ideato e dunque gli spezzoni non ottengono affatto lo scopo, in alcuni casi facendo decisamente ridere (come quando il giornalista Giorgio Mottola e l’ex sottosegretario Armando Siri impiegano minutaggio prezioso per disquisire se il nome del presule americano di cui sotto si pronunci “bark” con la “a” o “burk” con la “u” giacché nessuno dei due sa che si pronuncia “bɜːk” con la vocale centrale semiaperta non arrotondata “ɜː”)
Prima si aveva paura di criticare l’Islam, per timore di ritorsioni e di fatwe. Adesso gli stati hanno paura di criticare la Cina: la dittatura comunista è potente, arrogante, abituata a negare l’evidenza, menzognera come tutte le dittature: hanno addirittura avuto la faccia tosta di protestare quando in Italia avevamo chiuso i voli diretti, a gennaio, ricordate? Eppure da loro il contagio cresceva da tempo (ancora non siamo riusciti a capire da quanto).
Si moltiplicano gli attacchi al modello sanitario lombardo, una eccellenza internazionale. Di chi sono invece i tagli alla sanità italiana negli ultimi anni?
Parallelamente al Covid-19, un altro virus si sta diffondendo a macchia d’olio, in questo caso, nell’indifferenza generale: la pornografia online. La noia legata alla quarantena gioca brutti scherzi e contribuisce a ingigantire una delle più gravi dipendenze di questo secolo. A lanciare l’allarme è Tebaldo Vinciguerra, padre di famiglia, co-fondatore dell’associazione di promozione sociale Puri di Cuore.
Non vorremmo che la censura colpisse chi avanza critiche all’operato del Governo e dei suoi “esperti”.
«Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, che lavorano per comunicare oggi, perché la gente non si trovi tanto isolata; per l’educazione dei bambini, per l’informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura». È perché si svolga davvero il servizio della comunicazione e dell’educazione — non lasciando isolate le persone, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia — che Papa Francesco ha offerto mercoledì mattina, 1º aprile, la messa trasmessa in diretta streaming dalla cappella di Casa Santa Marta.
Boom di click che siti porno e virtual date: con la pandemia la tendenza è sempre più in salita.
L’odio online pone senz’altro problemi giuridici e di sanzioni. Ma il vero problema è psicologico e connesso allo sviluppo della Rete.
Chiusi in quarantena, anche i cristiani come animi sbandati si intrattengono via chat e sbandano ancora peggio: chi religioso, chi complottardo, chi banditore di propaganda di partito… Ma la fede è un’altra cosa.